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BOSNIA ERZEGOVINA

Cosa vedere e cosa fare in Bosnia Erzegovina

Su e giù sulle colline

BOSNIA - 6 POSTI DA VEDERE IN UN ​ITINERARIO DI 7 GIORNI :


  1. LE VERDI COLLINE DELLA BOSNIA
  2. BANJA LUKA
  3. JAJCE
  4. TRAVNIK
  5. MOSTAR
  6. SARAJEVO


BOSNIA INFORMAZIONI PRATICHE

E CONSIGLI UTILI

Map of Sarajevo, Bosnia

1 - Le verdi colline della Bosnia

Cuscinetto di terra nella penisola balcanica con un unico respiro sul mar Adriatico nella zona di Neum, la Bosnia Erzegovina è sempre stata un crocevia di popolazioni, religioni ed abitudini diverse che ha lasciato segni visibili nel suo territorio.

Sin dall’antichità popoli diversi hanno scritto la sua storia: illiri, romani, ottomani, il dominio asburgico per poi essere annessa alla Jugoslavia alla fine della I guerra mondiale.


Dal 1992 è uno stato federale indipendente che sta cercando di ristabilire il suo sistema politico, economico ed amministrativo, di dimenticare gli atroci massacri e crimini compiuti durante la guerra degli anni ‘90 e di far convivere pacificamente gli slavi mussulmani, i serbi ortodossi ed i croati cattolici.

Più e più volte mi sono ritrovata durante i viaggi in auto nella penisola balcanica a varcare i suoi confini ed ora che ne sto scrivendo riaffiorano i teneri ricordi delle curve che scendono tra le sue verdissime colline lungo il fiume Una, delle casette con la facciata di mattoni nudi disseminate qui e là, dei motel che sembravano giocattoli giganti e delle persone buone e sorridenti che ho incontrato.

E’ stato difficile scegliere quali luoghi descrivere in questo articolo considerando la mia convinzione che per ognuno di noi qualsiasi posto, anche il più scialbo e insignificante, può diventare uno specchio sul mondo e acquisire un significato solo nostro.



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La Bosnia è l’immagine sia di immensi boschi, fiumi e cascate che di città dall’architettura bizzarra con abbinamenti di colori improbabili e spazi disorganizzati.


Passato lo stupore iniziale, queste sue caratteristiche me l’hanno fatta amare e mi invitano a tornare.

2 - Banja Luka

Entrando da nord, inoltrandosi nella zona della Repubblica Serba che costituisce il 49% del paese, seguendo il fiume Vrbas si arriva alla città di Banja Luka.

church Banja Luka

Chiesa di Cristo Salvatore-Banja Luka

Intervallata da viali alberati, parchi e giardini, è una città a misura d’uomo nota anche per la sua vivace vita notturna concentrata attorno alla piazza principale Krajina.


La Fortezza Kastel, ricostruita nel 1400, si trova nel centro città, è visitabile ed ospita anche un piacevole ristorante dal quale si gode di una bella vista sul fiume.


Un ulteriore punto di interesse è la cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore, che si innalza solitaria nella piazza con le sue cupole dorate e le pareti gialle e rosa, e la moschea Ferhadija.

3 - Jajce

Percorriamo la strada che come un nastro disteso tra le valli segue il corso del fiume Vrbas fin quando incrocia il fiume Pilva e si allarga formando i laghi di Plivsko.


E’ qui che sorge la graziosa cittadina di Jajce, a cui si accede tramite delle porte ricavate nelle mura medioevali e che svelano il centro abitato composto da edifici dall’architettura ottomana, moschee e fortezze e ne fanno un mix tra Oriente ed Occidente unico nel suo genere.

Jajce:

La cittadina di Jajce

Ancient City of Jajce and Waterfall, Bosnia and Herzegovina

Il Pliva si tuffa nel Vrbas

Old Wooden Waterills of Jajce on River, Bosnia and Herzegovina

I mulini in legno - Jajce

La natura circostante si esibisce in tutte le declinazioni del verde e la caduta dell’acqua nelle alte cascate dove il fiume Pliva fa un salto di 20 mt per tuffarsi nel Vrbas proprio accanto al centro e che hanno fatto di Jajce una meta turistica sempre più conosciuta.


Pochi chilometri fuori città, si trova un vasto parco dall’atmosfera fiabesca, attraversato da sentieri e passerelle di legno sull' acqua in movimento.

Il corso d’acqua è spezzato da uno scenografico complesso di mulini in legno che venivano usati per fare la farina e che risalgono al periodo austro ungarico.

4 - Travnik

Bosanska street in Travnik. Bosnia and Herzegovina

Il centro di Travnik in stile ottomano

Lungo strade che attraversano un paese dietro l’altro ci dirigiamo verso Mostar, non prima di aver varcato le mura di Travnik, città natale dello scrittore premio Nobel Ivo Andric.


Il suo centro con gli edifici dall’architettura ottomana e la moschea colorata è una piacevole sosta di qualche ora ed una buona occasione per assaggiare il suo tipico formaggio di pecora.

Pocitelj town

POCITELJ


Il paese di ​pietra

5 - Mostar

Il ponte Stari Most a Mostar

Di tutti i ponti sul fiume Neretva che si incontrano nella città di Mostar, ce n’è uno che attirerà sicuramente la vostra attenzione.

Sul ponte Stari Most a Mostar

Alto 24 metri, lungo 30, con una torretta per ogni lato, il ponte ottomano Stari Most con la sua particolare linea a schiena d’asino unisce la parte musulmana e la parte cristiana della città.


Bombardato durante la guerra nel 1993, questo passaggio materiale e simbolico che univa le due etnie ha cessato di esistere mentre la gente combatteva una guerra tra fratelli che ha lasciato delle ferite che devono ancora rimarginarsi completamente.


Ora il ponte è stato ricostruito ma niente è più come prima: ha perso lo spirito di connessione tra i due mondi che simbolicamente univa.

Mostar

Il ponte di Mostar da varie angolazioni

Oltre il ponte di Mostar

Appena ci avviciniamo alla zona centrale di Mostar costeggiando il fiume, le case popolari e i palazzi con i segni della guerra lasciano posto ad edifici più piccoli e curati che guardano la sponda del fiume.

Passiamo sul ponte dove i ragazzi attendono la folla di turisti per lasciarli col fiato sospeso mentre si tuffano nel fiume sottostante.


Oltrepassato il ponte, si entra in una piacevole zona dal sapore mediorientale con le strade di ciottoli dove ci si può fermare per bere un caffè... rigorosamente alla turca.

6 - Sarajevo

Vista sul Municipio da uno dei cimiteri mussulmani

La capitale, Sarajevo, è una bellissima città circondata dalle Alpi Dinariche e bagnata dal fiume Miljacka che ha tanto da offrire per la sua conformazione geografica, per la sua storia e per le emozioni che suscita.


La guerra degli anni ‘90 ed i terribili tre anni di assedio da parte dell’esercito serbo hanno lasciato Sarajevo in ginocchio.


La città è stata totalmente ricostruita in modo fedele alle architetture originali: in questa valle di macerie e resurrezione la comunità ha fatto il suo miracolo ed oggi Sarajevo, nel suo pieno splendore, è rimasta il crogiolo multietnico che da sempre la contraddistingue.

Nelle sue strade, accanto a monumenti e giardini, si vedono delle distese di croci cattoliche e di lapidi musulmane che ricordano i caduti e che ormai fanno parte della vita quotidiana della gente.

Il centro storico si sviluppa dalla piazza della fontana Sebilj nella zona pedonale della Bašcaršija in un intrico di vie in stile arabo tra negozi traboccanti di merce che arriva fin sulla strada, deliziosi ristoranti dove pranzare con piatti tipici a poco prezzo e locali dove stare seduti ad osservare la gente che passa.


Oltrepassando il fiume sul Ponte Latino o su un altro degli innumerevoli ponti, si percorre il lungofiume passando accanto al palazzo del Municipio con imponenti facciate gialle e rosa e decorazioni dal gusto arabeggiante.


Il bello di Sarajevo è che nella sua ragnatela di stradine strettissime che si inerpicano sull’altopiano si può trovare una moschea, e poi girare l’angolo e trovare una chiesa cristiana o ortodossa oppure dei palazzi in stile asburgico come se fossimo a Vienna.

L’ingresso alla Bašcaršija, nel centro di Sarajevo

I negozi nella zona della Bašcaršija

Vari musei commemorano la storia locale, come l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando durante una sua visita nel 1914, fatto che segnò l’inizio della I guerra mondiale.

Il Tunnel della Salvezza passava sotto l’aeroporto di Sarajevo

Uscendo dalla città, nella zona dell’aeroporto, un’anonima casa ​nascondeva un segreto che veniva custodito a costo della vita da ​chiunque ne fosse a conoscenza .

Da quell’edificio partiva il Tunnel della Salvezza che, durante il lungo ​assedio dal 1992 al 1996, fu l’unico modo per attraversare le linee ​nemiche e far arrivare in città viveri, armi e medicinali.

Quella casa oggi è diventata un interessante Museo della Guerra con ​reperti, foto e filmati esplicativi.


Dal museo si può scendere nel seminterrato e percorrere i 25 metri ​rimasti degli 800 totali del tunnel che continuano a raccontare la ​storia di chi lottava per salvarsi nell’oscurità della notte.

Bosnia Erzegovina: informazioni pratiche e consigli utili

Popolazione: 3.500,000 persone

Religione: islam, cristiana ortodossa e cattolica

Sicurezza: consultare il sito viaggiaresicuri.it.

Noi non abbiamo avuto nessun problema

Valuta: marco bosniaco.

Diffuso l’uso della carta di credito e degli Euro.

I prezzi sono, in generale, molto convenienti.

Requisiti di ingresso: carta di identità

Bosnia and Herzegovina

Quando andare: dato il clima continentale, i periodi migliori sono la primavera e l’estate

Come vestirsi: abiti comodi

Situazione strade: strade statali accettabili. Presente l’autostrada solo per piccoli tratti tra Mostar e ​Sarajevo e Zenica.

Fate attenzione alle strade nella parte collinare di Sarajevo: sono labirintiche e diventano talmente ​strette da rimanere incastrati se si è alla guida di un’auto più ingombrante

Prese di corrente: come quelle italiane

Internet: wifi ampiamente diffuso

Piatti tipici: pljeskavica (simile all’hamburger disponibile anche ripieno di formaggio),Ćevapi ​(polpettine di carne), grappa rakia, il dolce baklava

Libro in viaggio: “Il Ponte Sulla Drina” di Ivo Andrić

Souvenir: utensili in rame e argento, prodotti di lana di pecora, tappeti tessuti a mano

Spesa per 7 giorni (hotel categoria media): € 400 a persona (senza il trasporto)